The words spoken by the Ambassador of Algeria at the United Nations Security Council have left a profound impression. By repeating several times, “I apologize to the Palestinians for not having served peace, respect for human rights, and the salvation of the people,” he gave voice not only to the impotence of the international community but also to the heavy weight of conscience that lies on those who witness injustice without being able to change its course. Next to him, the Ambassador of the United States — whose country cast the veto on a crucial decision — symbolically represented the contradiction that continues to paralyze any prospect of justice.
Today we witness the devastation of a people, sacrificed in the name of economic calculations and geopolitical strategies. It is evident to all how interests prevail over values, and how human dignity is overshadowed by business deals, contracts, and the supply of armaments.
Israel has demonstrated strategic foresight, consolidating alliances and developing advanced defense technologies. Many Western states maintain strong economic and military relations with it, limiting any effective political pressure. The rare voices of dissent have not been strong enough to alter the situation. Meanwhile, Gaza has been devastated and thousands of innocent civilians have lost their lives, their homes, and their future.
In Europe and beyond, there is growing astonishment at the limited and uncoordinated response of Arab and Muslim countries. Many wonder how, in the face of such a tragedy, there is no common and resolute action to support the Palestinian people.
The WOS-IPSP does not see the annihilation of a people as a solution. Violence will never bring peace, and we do not believe that with the cancellation of Hamas the problem will be eradicated. The only lasting perspective remains the creation of a recognized Palestinian State and the building of a peaceful coexistence based on international law. The power of Israel is not in question and no one can legitimately endanger its existence; however, if ever such a risk were to arise, it would be the result of Israel’s own actions and political choices.
World Organization of States – International Parliament for Safety and Peace (WOS-IPSP)
Italian
L’amara verità del Consiglio di Sicurezza
Le parole pronunciate dall’Ambasciatore dell’Algeria al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno lasciato un segno profondo. Ripetendo più volte “chiedo scusa ai palestinesi per non aver servito alla pace, al rispetto dei diritti umani e alla salvezza del popolo”, egli ha dato voce non solo all’impotenza della comunità internazionale ma anche al peso della coscienza che grava su chi assiste senza poter cambiare il corso degli eventi. Accanto a lui, l’Ambasciatrice degli Stati Uniti, il cui Paese ha posto il veto su una decisione cruciale, rappresentava simbolicamente quella contraddizione che continua a paralizzare ogni prospettiva di giustizia.
Oggi assistiamo alla devastazione di un popolo, sacrificato in nome di calcoli economici e strategie geopolitiche. È sotto gli occhi di tutti come gli interessi prevalgano sui valori e come la dignità umana venga oscurata da affari, contratti e forniture di armamenti.
Israele ha saputo pianificare strategicamente il proprio futuro, consolidando alleanze e sviluppando tecnologie di difesa avanzate. Molti Stati occidentali mantengono con esso rapporti economici e militari che limitano qualsiasi pressione politica incisiva, e le rare voci di dissenso non hanno avuto la forza di modificare la situazione. Nel frattempo, Gaza è stata profondamente colpita e migliaia di civili innocenti hanno perso la vita, la casa e il futuro.
In Europa e altrove cresce lo stupore di fronte alla scarsa reazione coordinata dei Paesi arabi e musulmani. Ci si chiede come sia possibile che, di fronte a una tragedia di tale portata, non vi sia una risposta comune e risoluta a sostegno dei fratelli palestinesi.
Il WOS-IPSP non vede nell’annientamento di un popolo una soluzione. La violenza non porterà mai alla pace e non crediamo che con la cancellazione di Hamas il problema sia estirpato. L’unica prospettiva duratura rimane la creazione di uno Stato palestinese riconosciuto e la costruzione di una convivenza pacifica basata sul diritto internazionale. La potenza di Israele non è in discussione e nessuno può mettere in pericolo la sua esistenza; tuttavia, se mai dovesse subire un vero rischio, ciò sarebbe dovuto alle conseguenze delle proprie azioni e scelte politiche.
World Organization of States – International Parliament for Safety and Peace (WOS-IPSP)