WOS-IPSP denounces the partial narrative promoted by some European media and calls for international responsibility in understanding local conflicts.
In recent months, images of burned or attacked churches in Nigeria have been circulated by some Western media without proper context. This partial and distorted approach risks fueling hostility between religious communities and negatively influencing European public opinion.
The World Organization of States – International Parliament for Safety and Peace (WOS-IPSP) emphasizes that the Nigerian crisis cannot be reduced to a religious confrontation between Christians and Muslims. The reality is far more complex: the violence affecting civilians stems from overlapping dynamics of armed criminality, competition for land and resources, local vendettas, institutional instability, and weak state structures. Believers of both faiths are affected.
On 20 August 2025, in Katsina State, an armed attack on a mosque during morning prayers left at least fifty people dead. The incident was linked to a feud between armed groups and rural communities. A few months earlier, on 25–26 May, in Benue State, coordinated attacks on villages inhabited by Christian communities resulted in forty-two deaths, including a priest who was seriously injured. This episode too was related to territorial disputes over natural resources.
According to data collected by independent observers and international agencies, between January and July 2025, hundreds of churches and dozens of mosques were damaged or destroyed, with thousands of victims from both faiths. Based on verified information, there is no “one-sided religious war” in Nigeria but a fragmented conflict that indiscriminately affects both Christians and Muslims.
The dissemination of images and headlines without context fuels dangerous narratives and fosters mutual hostility. In Europe, this risk translates into growing distrust and Islamophobia, undermining interreligious dialogue and civil coexistence.
WOS-IPSP firmly rejects all forms of violence against places of worship, whether mosques, churches, synagogues or temples. Freedom of religion is a fundamental right recognized under international law and must be defended impartially.
The Organization urges media and public communicators to act with the highest responsibility, report events in a complete and accurate manner, and avoid simplistic or manipulative interpretations. WOS-IPSP also calls on governments and international organizations to address the structural causes of violence in Nigeria, including poverty, marginalization, competition for resources, and weak institutions.
Flames have no religion. What often burns is the truth, distorted by propaganda. Only accurate information and genuine international cooperation can prevent the suffering of innocent communities from being turned into a tool of division.
Italian
Nigeria: chiese e moschee bruciano. Ma a bruciare davvero è la verità.
Il WOS-IPSP denuncia la narrazione parziale di alcune fonti mediatiche europee e invita alla responsabilità internazionale nella lettura dei conflitti locali.
Negli ultimi mesi, immagini di chiese incendiate o attaccate in Nigeria sono state diffuse da alcuni media occidentali senza adeguato contesto. Questo approccio parziale e distorto rischia di alimentare un clima di ostilità tra comunità religiose e di influenzare negativamente l’opinione pubblica europea.
La World Organization of States – International Parliament for Safety and Peace sottolinea che la crisi nigeriana non può essere ridotta a un conflitto religioso tra cristiani e musulmani. La realtà è molto più complessa: la violenza che colpisce i civili nasce da dinamiche intrecciate di criminalità armata, lotte per risorse e pascoli, vendette locali, instabilità istituzionale e debolezza delle strutture statali. A essere colpiti sono fedeli di entrambe le religioni.
Il 20 agosto 2025, nello Stato di Katsina, un attacco armato a una moschea durante la preghiera ha causato almeno cinquanta morti. L’episodio è riconducibile a una faida tra gruppi armati e comunità rurali. Pochi mesi prima, il 25 e 26 maggio, nello Stato di Benue, attacchi coordinati a villaggi abitati da comunità cristiane hanno provocato quarantadue vittime, tra cui un sacerdote gravemente ferito. Anche questo episodio è stato collegato a dispute territoriali per l’accesso alle risorse naturali.
Secondo dati raccolti da osservatori indipendenti e agenzie internazionali, nel solo periodo gennaio–luglio 2025 sono state danneggiate o distrutte centinaia di chiese e decine di moschee, con migliaia di vittime appartenenti a entrambe le fedi. Non esiste, alla luce delle informazioni verificate, una “guerra religiosa unilaterale” in Nigeria, ma un conflitto frammentato che colpisce indiscriminatamente cristiani e musulmani.
La diffusione di immagini e titoli senza contesto alimenta narrazioni pericolose e favorisce sentimenti di ostilità reciproca. In Europa, questo rischio si traduce in un crescente clima di sfiducia e islamofobia, che ostacola il dialogo interreligioso e la cooperazione civile.
Il WOS-IPSP ribadisce il suo fermo rifiuto di ogni forma di violenza contro luoghi di culto, siano essi moschee, chiese, sinagoghe o templi. La libertà religiosa è un diritto fondamentale riconosciuto dal diritto internazionale e va difesa in modo imparziale.
L’Organizzazione richiama i media e i comunicatori pubblici alla massima responsabilità, chiedendo di riportare i fatti in modo completo e accurato, evitando semplificazioni e strumentalizzazioni. Invita inoltre i governi e le organizzazioni internazionali a intervenire per affrontare le cause strutturali della violenza in Nigeria: povertà, marginalizzazione, conflitti per le risorse e debolezza delle istituzioni.
Le fiamme non hanno religione. Ciò che arde davvero, spesso, è la verità distorta dalla propaganda. Solo un’informazione corretta e una cooperazione internazionale autentica possono impedire che la sofferenza di comunità innocenti diventi strumento di divisione.