IL SUDAN BRUCIA NELL’INDIFFERENZA
La guerra dimenticata che l’umanità non può più ignorare

Mentre i riflettori mediatici si concentrano su alcuni teatri di crisi, il Sudan è travolto da un conflitto brutale e silenzioso, che ha già causato milioni di vittime tra sfollati, feriti, orfani e donne violate. L’IPSP-WOS lancia un appello urgente alla coscienza internazionale.

Nel cuore dell’Africa, il Sudan sta vivendo una delle più gravi catastrofi umanitarie degli ultimi decenni. Eppure, nel dibattito globale, la sua tragedia resta relegata a una nota a piè di pagina. Dal 15 aprile 2023, una guerra intestina oppone due potentissimi apparati militari: da un lato le Forze Armate Sudanesi (SAF), dall’altro le Forze di Supporto Rapido (RSF), gruppo paramilitare che ha trasformato le città sudanesi in zone di morte, saccheggio e disperazione.

Le conseguenze sono devastanti:
Oltre 10 milioni di sfollati interni ed esterni.
Più di 25 milioni di persone in stato di necessità acuta.
Città intere come Khartoum e Darfur ridotte in rovine.
Bambini reclutati con la forza, scuole chiuse, ospedali bombardati.
Stupro e violenza sessuale usati come arma di guerra.

Nonostante l’allarme delle agenzie umanitarie, i fondi promessi non arrivano. I corridoi umanitari sono bloccati. I giornalisti indipendenti non riescono a documentare. Le grandi potenze osservano con silenziosa distanza, giudicando probabilmente questo conflitto “strategicamente irrilevante”.

Ma per l’International Parliament for Safety and Peace – World Organization of States (IPSP-WOS), ogni vita conta. E ogni guerra, anche quella che non fa notizia, è un’offesa alla coscienza dell’umanità.

> “Una guerra è dimenticata non perché meno crudele, ma perché meno utile. È nostro dovere morale riportare luce dove regna l’ombra del silenzio”,
afferma S.E. Alfredo Maiolese, Segretario Generale dell’IPSP-WOS.

Una chiamata alla responsabilità internazionale

Come organizzazione intergovernativa impegnata per la pace, la sicurezza e la dignità umana, l’IPSP-WOS chiede con urgenza:

1. Un immediato cessate il fuoco umanitario, supervisionato da mediatori internazionali.

2. L’apertura di corridoi sicuri per gli aiuti alimentari e sanitari.

3. La protezione dei civili secondo i principi della Convenzione di Ginevra.

4. Il coinvolgimento delle autorità religiose e culturali per fermare le logiche di vendetta.

5. Un’inchiesta internazionale indipendente sui crimini di guerra in corso.

 

Non è solo il Sudan a essere in gioco, ma l’integrità del sistema internazionale. Perché se l’umanità accetta l’indifferenza davanti a una guerra invisibile, nessun Paese potrà più sentirsi veramente al sicuro.

La diplomazia del silenzio è complicità

In un mondo in cui tutto è geopolitica, dobbiamo avere il coraggio di parlare anche quando non conviene. L’IPSP-WOS invita tutte le organizzazioni sorelle, gli Stati partner, le istituzioni religiose e accademiche a unirsi in una campagna comune per il Sudan, per denunciare, sensibilizzare e proporre una via diplomatica credibile.

> “Le guerre dimenticate sono una ferita aperta nell’anima del mondo. Solo se le ricordiamo, possiamo guarirle.”
– Alfredo Maiolese