Across the world, road traffic collisions continue to extinguish lives at a pace that would be unacceptable in any other field of public safety. The number of victims grows each year, and behind these statistics lie the interrupted trajectories of students, workers, professionals and families whose contributions to society will never be realized. This global emergency does not strike randomly; it reflects long-standing structural weaknesses, uneven access to safe mobility, and a collective underestimation of the risks present on our streets.

Modern cities have become increasingly congested, and mobility systems often struggle to keep pace with demographic growth and technological change. Excessive speed, distracted driving and poor enforcement of safety regulations remain widespread. Many countries still lack adequate pedestrian crossings, reliable public lighting or efficient emergency services capable of rapid intervention. These gaps turn everyday movements into potential tragedies.

Yet the responsibility for safer roads does not fall solely on institutions. It is shared by drivers, pedestrians, urban planners, educators and policymakers. Road safety is ultimately an expression of civic maturity: the recognition that protecting human life is a universal obligation that transcends borders and cultures. When a person dies or is severely injured in a collision, a community loses not only an individual but also the ideas, talents and future contributions that person would have brought to the world.

The World Organization of States – International Parliament for Safety and Peace recalls that safe mobility is an essential component of human security. No nation can aspire to sustainable development while losing thousands of its citizens on the roads every year.

For this reason, the WOS-IPSP issues a firm appeal to governments, regional authorities and civil society organizations to strengthen coordinated action, promote responsible behavior, modernize infrastructure and place the protection of life at the center of public policy. Preventing avoidable deaths on the roads is not merely a technical challenge but a moral imperative shared by all nations.

Italian
Sicurezza Stradale: un’Emergenza Globale Silenziosa.

In tutto il mondo, gli incidenti stradali continuano a spezzare vite a un ritmo che, in qualsiasi altro ambito della sicurezza pubblica, sarebbe considerato inaccettabile. Il numero delle vittime cresce ogni anno e dietro quelle cifre si nascondono percorsi interrotti, giovani che non completeranno i loro studi, lavoratori e professionisti che non contribuiranno più al benessere delle loro comunità, famiglie che portano un vuoto impossibile da colmare. Questa emergenza globale non è casuale; riflette fragilità strutturali, disuguaglianze nell’accesso a una mobilità sicura e una sottovalutazione collettiva dei rischi presenti sulle nostre strade.

Le città moderne sono sempre più congestionate e i sistemi di mobilità faticano a tenere il passo con la crescita demografica e con le trasformazioni tecnologiche. L’eccesso di velocità, la distrazione alla guida e il mancato rispetto delle norme continuano a essere cause ricorrenti. In molti Paesi mancano ancora attraversamenti sicuri, illuminazione adeguata o servizi di emergenza in grado di intervenire tempestivamente. Queste lacune trasformano gli spostamenti quotidiani in potenziali tragedie.

La responsabilità di rendere le strade più sicure non riguarda però solo le istituzioni. È condivisa da chi guida, da chi cammina, da chi progetta gli spazi urbani, dagli educatori e dai decisori politici. La sicurezza stradale è una forma di maturità civica: significa riconoscere che la protezione della vita umana è un dovere universale che supera culture, confini e appartenenze. Quando una persona muore in un incidente, una comunità perde non solo un individuo, ma anche le idee, i talenti e il futuro che quella persona avrebbe potuto generare.

La World Organization of States – International Parliament for Safety and Peace ricorda che il diritto a una mobilità sicura è parte integrante della sicurezza umana. Nessuna nazione può aspirare a uno sviluppo sostenibile mentre continua a perdere migliaia di cittadini sulle proprie strade.

Per questo motivo il WOS-IPSP rivolge un appello deciso ai governi, alle autorità regionali e agli attori della società civile affinché rafforzino le azioni coordinate, promuovano comportamenti responsabili, modernizzino le infrastrutture e pongano la tutela della vita al centro delle politiche pubbliche. Prevenire morti evitabili sulle strade non è solo una sfida tecnica, ma un dovere morale condiviso da tutta la comunità internazionale.