Belém, Brazil – November 2025
The United Nations Climate Change Conference, known as COP30, opened in Belém with a clear and urgent call: to transform commitments into concrete results. After thirty years of international negotiations, the world faces a decisive turning point. Promises are no longer enough. Global warming is advancing, with devastating effects on communities, the economy, and international stability.
According to the latest United Nations report, current national pledges for emissions reduction would lead to a twelve percent decrease by 2035 compared to 2019 levels, but to keep global temperature rise within 1.5 °C, a reduction of at least sixty percent would be required. The gap between declared objectives and actual implementation remains wide and concerning.
During the COP30 sessions, the Brazilian Presidency presented the so-called “Baku-Belém Roadmap,” a plan aimed at mobilizing at least 1.2 trillion USD per year by 2035 to support developing countries in their energy transition and environmental protection efforts. At the same time, the latest report by the United Nations Framework Convention on Climate Change shows that more than seventy percent of updated national plans now include adaptation and resilience measures, an important step forward but still insufficient given the growing pace of extreme weather events.
UN Secretary-General António Guterres described the failure to keep global warming below 1.5 °C as “a moral failure.” This statement captures the prevailing sentiment across the international community: the question is no longer whether to act, but how to act, as the climate crisis is now a tangible and present reality threatening peace and security in many regions of the world.
The WOS-IPSP, an organization devoted to promoting peace, security, and cooperation among States, emphasizes the deep connection between climate change and geopolitical stability. Environmental degradation fuels new inequalities, forced migrations, and water and food crises that may evolve into conflicts and tensions. Addressing climate change therefore also means preventing wars, protecting human dignity, and strengthening global solidarity.
The position of the WOS-IPSP is clear: climate action must be inclusive and grounded in justice. No nation should be left behind, and no people should be sacrificed in the name of uncontrolled economic growth. It is essential to advance environmental diplomacy as a tool for cooperation, to promote education and technology transfer, and to develop resilient infrastructure, especially in the most vulnerable countries.
COP30 represents a crucial milestone for the future of humanity. If the commitments made are transformed into effective policies and tangible investments, it will be possible to build a model of sustainable development founded on shared responsibility. The WOS-IPSP extends its compliments to all delegations that are sincerely committed to this objective and reaffirms its readiness to cooperate with governments, institutions, and international organizations for a safer, fairer, and more peaceful planet.
Italian
WOS-IPSP – World Organization of the States – International Parliament for Safety and Peace
COP30: Dalle promesse all’azione per il futuro del pianeta
Belém, Brasile – Novembre 2025
La Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, conosciuta come COP30, si è aperta a Belém con un appello chiaro e urgente: trasformare gli impegni in risultati concreti. Dopo trent’anni di negoziati internazionali, il mondo si trova di fronte a una svolta decisiva. Le promesse non bastano più. Il riscaldamento globale avanza con effetti devastanti sulle comunità, sull’economia e sulla stabilità internazionale.
Secondo il più recente rapporto delle Nazioni Unite, gli attuali contributi nazionali per la riduzione delle emissioni porteranno a un calo stimato del dodici per cento entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019, ma per limitare l’aumento della temperatura globale a un grado e mezzo sarebbe necessario un taglio di almeno il sessanta per cento. La differenza tra obiettivi dichiarati e azioni reali rimane dunque profonda.
Durante i lavori della COP30, la Presidenza brasiliana ha presentato la cosiddetta Roadmap Baku-Belém, un piano volto a mobilitare almeno milleduecento miliardi di dollari l’anno entro il 2035 per sostenere i Paesi in via di sviluppo nella transizione energetica e nella protezione ambientale. Al tempo stesso, il nuovo rapporto della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici rileva che oltre il settanta per cento dei piani nazionali aggiornati include misure di adattamento e resilienza, un progresso importante ma ancora insufficiente di fronte alla rapidità con cui avanzano gli eventi climatici estremi.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha definito la mancata realizzazione dell’obiettivo di contenere il riscaldamento globale a un grado e mezzo “un fallimento morale”. Tale affermazione riassume il sentimento diffuso nella comunità internazionale: non si tratta più di scegliere se agire, ma di scegliere come farlo, in quanto la crisi climatica è ormai una realtà presente e tangibile che minaccia la pace e la sicurezza di intere regioni del mondo.
La WOS-IPSP, organizzazione impegnata nella promozione della pace, della sicurezza e della cooperazione tra gli Stati, sottolinea la stretta connessione tra cambiamento climatico e stabilità geopolitica. Le conseguenze ambientali generano nuove disuguaglianze, flussi migratori forzati, crisi idriche e alimentari che rischiano di trasformarsi in conflitti e tensioni internazionali. Affrontare il cambiamento climatico significa dunque anche prevenire guerre, tutelare la dignità dei popoli e rafforzare la solidarietà globale.
La posizione della WOS-IPSP è chiara: l’azione climatica deve essere inclusiva e orientata alla giustizia. Nessuna nazione può essere lasciata indietro, e nessun popolo può essere sacrificato sull’altare dello sviluppo economico incontrollato. Occorre promuovere la diplomazia ambientale come strumento di cooperazione, favorire la formazione, il trasferimento tecnologico e la creazione di infrastrutture resilienti soprattutto nei Paesi più vulnerabili.
La COP30 rappresenta una tappa cruciale per il futuro dell’umanità. Se gli impegni presi verranno trasformati in politiche efficaci e in investimenti concreti, sarà possibile costruire un modello di sviluppo sostenibile fondato sulla responsabilità condivisa. La WOS-IPSP rinnova i suoi complimenti a tutte le delegazioni che si impegnano sinceramente per questo obiettivo e ribadisce la propria disponibilità a collaborare con governi, istituzioni e organizzazioni internazionali per un pianeta più sicuro, equo e in pace con sé stesso.


