Traditional diplomacy has failed to halt the conflict that has been tearing Ukraine apart for years, multiplying victims, suffering, and global divisions. In this context, the World Organization of States – International Parliament for Safety and Peace (WOS-IPSP) launched an innovative experiment: a simulation of conciliation between Presidents Vladimir Putin and Volodymyr Zelensky.
The goal was not to replace official negotiations but to demonstrate that there is always room for dialogue if the right tools of mediation and preventive diplomacy are applied.
As in a real conciliation, the parties were first heard separately. Putin placed at the center the security of Russia, the refusal of NATO expansion, the recognition of Crimea and Donbass as Russian territories, and the demand that Russia be respected as a great power. Zelensky, in turn, reaffirmed the territorial integrity of Ukraine, the need for real and international security guarantees, the European perspective of the country, and the determination to rebuild with justice and dignity for the Ukrainian people.
At first glance, these positions may appear irreconcilable. Yet conciliation does not work on flags but on deeper interests. In both leaders, a common key word emerged: security.
Brought ideally into the same room, the two Presidents reiterated their red lines but also acknowledged that they share one objective: to protect their citizens and ensure a future without war. From this common ground, the WOS-IPSP conciliator formulated a proposal based on Ukraine’s guaranteed neutrality, a freezing of territorial disputes to be addressed through an international referendum once peace is established, and the creation of an international fund for the immediate reconstruction of Ukrainian cities.
Neither side would have had to give up its positions immediately. Putin would have secured the non-accession of Ukraine to NATO, while Zelensky would have obtained international protection and European support for reconstruction. Both, above all, would have sent a signal of responsibility to their populations.
WOS-IPSP does not claim to have solved the conflict, but with this experiment it shows that there is a middle ground between surrender and intransigence, and that a structured conciliation method can open pathways where classical diplomacy appears powerless.
The title of the simulation was not rhetorical: “An Experiment of Peace.” In a world that seems to have lost faith in diplomacy, this exercise has shown that even in the harshest conflicts it is possible to identify concrete points of contact.
WOS-IPSP therefore sends a clear message: peace is not born from the victory of one over the other, but from mutual recognition.
Italian.
Un esperimento di pace: il WOS-IPSP simula la conciliazione tra Putin e Zelensky
La diplomazia tradizionale non è riuscita a fermare il conflitto che da anni lacera l’Ucraina, moltiplicando vittime, sofferenze e divisioni globali. In questo contesto la World Organization of States – International Parliament for Safety and Peace (WOS-IPSP) ha voluto lanciare un esperimento innovativo: una simulazione di conciliazione tra i Presidenti Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky.
L’obiettivo non era sostituirsi ai negoziati ufficiali ma dimostrare che esiste sempre uno spazio di dialogo se si usano gli strumenti giusti della mediazione e della diplomazia preventiva.
Come in una vera conciliazione le parti sono state ascoltate separatamente. Putin ha posto al centro la sicurezza della Russia, il rifiuto dell’espansione NATO, il riconoscimento della Crimea e del Donbass come territori russi e il desiderio di essere rispettato come grande potenza. Zelensky ha ribadito l’integrità territoriale dell’Ucraina, la necessità di garanzie di sicurezza reali e internazionali, la prospettiva europea del Paese e la volontà di ricostruire con giustizia e dignità per il popolo ucraino.
Queste posizioni sembrano inconciliabili ma la conciliazione lavora non sulle bandiere bensì sugli interessi profondi. In entrambi i leader è emersa una parola chiave comune: sicurezza.
Portati idealmente nella stessa stanza i due Presidenti hanno ribadito le loro linee rosse ma hanno anche riconosciuto di avere un obiettivo condiviso, proteggere i propri cittadini e garantire un futuro senza guerra. Da questo punto di incontro il conciliatore del WOS-IPSP ha formulato una proposta basata sulla neutralità garantita dell’Ucraina, su un congelamento delle dispute territoriali rimandate a un referendum internazionale da svolgersi a pace raggiunta e sulla creazione di un fondo internazionale per la ricostruzione immediata delle città ucraine.
Nessuna delle due parti avrebbe dovuto rinunciare subito alle proprie posizioni. Putin avrebbe visto garantita la non adesione dell’Ucraina alla NATO, Zelensky avrebbe ottenuto protezione internazionale e sostegno europeo alla ricostruzione. Entrambi soprattutto avrebbero dato un segnale di responsabilità alle proprie popolazioni.
Il WOS-IPSP non pretende di aver risolto il conflitto ma con questo esperimento dimostra che esiste una via di mezzo tra la resa e l’intransigenza e che un metodo di conciliazione strutturato può aprire spiragli dove la diplomazia classica sembra impotente.
Il titolo della simulazione non era retorico: “Un esperimento di pace”. In un mondo che sembra aver perso la fiducia nella diplomazia questo esercizio ha mostrato che anche nei conflitti più duri è possibile individuare punti di contatto concreti.
Il WOS-IPSP lancia così un messaggio chiaro: la pace non nasce dalla vittoria dell’uno sull’altro ma dal riconoscimento reciproco.